Il nuovo programma governativo Resto al Sud 2.0 è dedicato ai giovani sotto i 35 anni che desiderano avviare un'impresa nelle regioni meridionali d'Italia. Conosciuto anche come "Investire al Sud", offre supporto finanziario tramite voucher e contributi non rimborsabili. Questo articolo fornisce una panoramica esaustiva sull' iniziativa Resto al Sud 2.0. Nello specifico esamineremo chi ne può beneficiare, tempistiche e modalità di funzionamento.
Che cos'è Resto al Sud 2.0?
Resto al SUD 2.0 è un pacchetto di incentivi rivolti a giovani di età inferiore ai 35 anni che decidono di avviare un’impresa nelle Regioni del Mezzogiorno d’Italia. La misura, chiamata anche “Investire al SUD” riconosce, per l’avvio di nuove attività un voucher da 40.000 o 50.000 euro per l’acquisto di beni e servizi o, in alternativa, contributi a fondo perduto che possono coprire dal 70% al 75% degli investimenti, fino a 200 mila Euro.
Questi aiuti valgono solo nelle Regioni del Mezzogiorno, in particolare Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, compresi i territori delle Regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016.
Resto al SUD 2.0 nasce sulla falsa riga della storica misura “Resto al SUD“, ma è diversa in molti aspetti. La nuova versione del programma – che non annulla il precedente, tuttora valido – sarà disciplinata da un provvedimento mirato.
Scopriamo insieme a chi spettano gli incentivi previsti da Resto al SUD 2.0, quali sono i requisiti di accesso e come funzionano le diverse agevolazioni.
Resto al Sud 2.0: a chi si rivolge?
Resto al SUD 2.0 spetta a giovani di età inferiore ai 35 anni che vogliono avviare un’impresa o un’attività libero professionale nelle Regioni del Mezzogiorno d’Italia purché siano in possesso di uno dei seguenti requisiti:
- vivono in condizioni di marginalità, di vulnerabilità sociale e di discriminazione, così come definite dal Piano nazionale Giovani, donne e lavoro 2021 – 2027;
- sono inoccupati, inattivi e disoccupati da almeno 12 mesi;
- risultano essere disoccupati beneficiari di ammortizzatori sociali (come NASPI, DIS COLL o Supporto formazione e lavoro) o destinatari delle misure del programma GOL.
Requisiti delle imprese Resto al Sud 2.0
Sono ammesse agli incentivi Resto al Sud 2.0 le iniziative economiche finalizzate all’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali, in forma individuale o collettiva, ivi comprese quelle che prevedono l’iscrizione ad ordini o collegi professionali.
Quelle in forma individuale devono prevedere l’apertura di partita IVA per la costituzione di impresa individuale o per lo svolgimento di attività libero-professionale.
Quelle in forma collettiva devono essere realizzate mediante costituzione di:
- società in nome collettivo;
- società in accomandita semplice;
- società a responsabilità limitata;
- società cooperativa;
- società tra professionisti.
Alle imprese in forma collettiva possono partecipare soggetti diversi da quelli indicati, fermo restando, in tal caso, l’esercizio del controllo e dell’amministrazione della società da parte di coloro che hanno diritto all’agevolazione (giovani under 35 con i requisiti sopra spiegati).
Come funziona Resto al Sud 2.0
Resto al SUD 2.0 funziona mediante l’erogazione di aiuti economici a fondo perduto a coloro che vogliono avviare una nuova attività nelle regioni del Mezzogiorno e rientrano tra i beneficiari della misura.
Gli incentivi, in conformità con le disposizioni del Regolamento (UE) 2023/2831 sugli aiuti de minimis, sono fruibili in via alternativa come:
- un voucher di avvio in regime de minimis, non soggetto a rimborso, utilizzabile per l’acquisto di beni, strumenti e servizi per l’avvio delle attività ammissibili, per un importo massimo di 40.000 euro per le attività aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016. Nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, l’importo massimo del voucher è di 50.000 euro per le attività ammissibili, aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle Regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016;
- un aiuto in regime de minimis per programmi di spesa di valore non superiore a 120.000 euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 75% per l’avvio delle attività, aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle Regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016;
- un aiuto in regime de minimis per programmi di spesa oltre 120.000 euro e fino a 200.00 euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 70% per l’avvio delle attività, aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle Regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016.
Spese ammissibili con Resto al Sud 2.0
Le spese ammesse e idonee per il finanziamento Resto al SUD 2.0 prevedono:
- erogazione di servizi di formazione e supporto nella fase preliminare della pianificazione delle attività locali, in collaborazione con le Regioni coinvolte, in linea con il Programma Giovani, Donne e Lavoro e il programma GOL;
- tutoraggio mirato a potenziare le competenze e fornire assistenza ai soggetti a cui spetta l’aiuto e imprese tra quelle ammesse;
- interventi di sostegno che includono l’erogazione di incentivi per favorire l’avvio delle attività specificate, da parte dei soggetti aventi diritto all’agevolazione.
Resto al Sud 2.0: Come richiedere gli incentivi
Non è ancora stato chiarito come sarà possibile, per gli aventi diritto, richiedere gli aiuti della misura Resto al SUD 2.0. Probabilmente sarà necessario presentare domanda tramite Invitalia.
Le modalità di attuazione del pacchetto di aiuti saranno definite con un Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il PNRR e con il Ministro dell’economia e delle finanze, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto Coesione, anche detto Decreto Primo Maggio 2024.
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Resto al SUD 2.0 dovrebbe essere operativo entro fine 2024.
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